Gli artisti
Ignazio Campagna
Nasce a Bagheria (Pa) nel 1956. Il padre Pietro, cavatore di tufo nelle “Pirriere”,si trasferisce a Viggiù (Va) nel 1969. Qui, apprende i primi passi nell’arte della scultura, grazie all’insegnamento degli scalpellini viggiutesi.
Frequenta il Liceo “A. Frattini” di Varese dove con il prof. Pasquale Martini creativamente consolida la conoscenza della “Scultura”.
Consegue la Maturità Artistica nel 1977, e nel 1981 il diploma di scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Brera. Lavora dal 1979 al 1981 presso lo studio di Barasso (Va) dello scultore Vittorio Tavernari, eseguendo opere in pietra (da ricordare “Maternità” in pietra Aurisina).
Negli anni in cui frequenta l’Accademia apprende varie tecniche di lavorazione e perfeziona lo studio dell’anatomia presso lo studio dello scultore Ettore Cedraschi a Milano. Dal 1995 al 1998 collabora, presso lo studio dello scultore Francesco Somaini, alla realizzazione della Leucotea, della Porta d’Europa, Donna che lotta con il serpente ed Euridice.
E’ stato docente di Discipline Plastiche e Scultoree al Liceo Artistico di Varese. Nel 2010 ha realizzato "Madame Africa" un’opera scultorea monumentale alta 7 metri in bronzo per la Repubblica del Ciad.
Dal 2012 al 2019 ha ricoperto la Conservatore dei Musei Civici Viggiutesi Enrico Butti. Al suo attivo ha numerose mostre personali, Concorsi per idee, collettive in Italia e all’estero.
Sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private. Vive ed opera a Viggiù (Varese).
Alessia Fiore
Laureata presso Accademia di Belle Arti di Bergamo in Pittura e attualmente studentessa all’Accademia di Brera di Milano.
I mezzi espressivi delle opere proposte (scultura, pittura, video), sono stati adottati, nel corso degli anni, in funzione dell’idea e a seconda del progetto.
Le opere appaiono quindi eterogenee nelle tecniche ma unite da una poetica comune: la ricerca della dimensione di soglia, come confine mobile tra dualismi complementari.
La voce delle cose, in questo senso, parla la lingua del costante dialogo tra presenze e assenze.
Megan Rodgers
Dopo aver studiato in Massachusetts e a Bologna, Megan Rodgers si è trasferita a Chicago per aiutare a fondare una compagnia teatrale dove ha scritto, interpretato e prodotto opere, tra cui BOMBS IN THE LADIES' ROOM, il suo acclamato one-woman show basato sui monologhi di Franca Rame e Dario Fo. In seguito ha conseguito il Master of Fine Arts presso la School of the Art Institute di Chicago, dove la sua attenzione si è rivolta ai sogni e alla combinazione di immagini con testi e oggetti di recupero. Dal 2001 ha partecipato a numerose mostre personali e collettive a Mosca, Chicago, Basilea, Torino, Bologna, Londra, Sofia e Budapest, dove le sue opere si trovano anche in molte collezioni private.
A Basilea ha avuto l'opportunità di creare installazioni partecipative e site-specific, tra cui OF WATER AND BODIES (2015), WHAT WE DIDN'T LEAVE BEHIND (2015), UNDER CONSTRUCTION (2016), 22 HOMES FOR BIRDS DREAMING (2017) e la grande mostra personale in tre sale CREATING HOME (2018) allo Schusev Museum di Mosca. Sia nelle grandi installazioni che nei suoi dipinti più piccoli e nei libri scultura, il lavoro di Rodgers affronta le questioni della perdita e del rinnovamento, dell'abbandono delle case e della creazione di nuove.
Accanto alle sue creazioni e collaborazioni, organizza regolarmente mostre d'arte di artisti regionali a Basilea ed è madre orgogliosa di due figlie.
Antje Schmuck
Sono nata a Brema (Germania) e sono venuta in Italia per lavorare al Centro Comune di Ricerca della Commissione Europea nel 1991.
Ho iniziato a lavorare la ceramica nel 1998 e sono diventata anche socia del Club Ceramica Ispra.
Per tre anni ho seguito le lezioni di Antonio Qattrini e ho frequentato diversi work shop e corsi con Luca Tribaldi, Pietro Elia Maddalena e Patrick King.
Ho un ampio interesse per le diverse tecniche ceramiche, tra cui il Raku, l'Obvara e la ruota da lancio. Dal 2016 mi sto concentrando sull'affascinante combinazione di legno (in particolare di driftwood) e argilla.
Dal 1999 ho partecipato a diverse mostre.
Exhibitions
Galleria Associazione Sesto Calende 2004, 2006, 2007, 2008, 2009, 2010, 2011, 2012, 2013, 2016
Nel Cortile di Ispra 2004, 2007
Sala Serra – Ispra 2005, 2017
Studio Arte Liberty – Angera 2006, 2010, 2012, 2013, 2015
Atelier Capricorno – Cocqiuo T. (Gemonio) 2003, 2013, 2014
Galleria Oriana Fallaci – Somma Lombardo 2008, 2011, 2016
Nei Cortili di Besozzo 2008
Domina Inn Milando Malpensa – Somma Lombardo 2009
Open Day Joint Research Centre – Ispra 2013
Museo Internazionale Design Ceramica a Cerro – Laveno-Mombello 2013
Antiquario di Castelseprio 2015
Costa Fiorita – Ispra 2016, 2018
Festa della Ceramica – Saronno, 2018
Galleria La Pigna – Roma, 2019 13 – 27 Aprile (AL DI LA’ DEL REGNO DEI SOGNI II)
Kunstturm am Schwankl Eck – Wolfratshausen, 23.05 – 25.06.2021 (www:https://www.kulturverein-Isar-Loisach.de/ausstellung-im-kunstturm-fundstuecke-aus-italien)
MIDeC – Cerro di Laveno, 20. – 21.2023
Ex-Colonia Elioterapica – Germignaga, 18.8. – 3.9. 2023
Villa Fumagalli – Laveno, 8. – 10.12. 2023
www.antjeschmuck.com
Antje Schmuck
Chiara Zanzi
Chiara Ines Zanzi, originaria di Varese e attualmente residente a Bologna, è un'artista il cui lavoro si concentra sull’osservazione delle dinamiche urbane e collettive dei suoi dintorni. Durante i suoi studi a Milano presso la scuola di cinema Luchino Visconti, il confronto con questa metropoli complessa e a tratti distopica, ha influenzato il suo approccio artistico, portando la sua attenzione alle presenze tecnologiche nella vita quotidiana e ai gesti ripetuti delle masse nello spazio pubblico. Attualmente, mentre prosegue i suoi studi in scultura a Bologna, continua a esplorare il condizionamento che lo spazio attua sulle azioni individuali e collettive, investigando le possibilità di strutture impermanenti per trasformare temporaneamente il tessuto urbano. Chiara Zanzi ha partecipato al festival internazionale di teatro “Winterwerft” a Francoforte, con “Birth of an utopia” opera realizzata fra Belgio e Italia in collaborazione con Valérie Abeloos.
Stefano Bruno
Artista del Futuro, nato nelle intricatissime trame dell'universo digitale, è un'entità creativa senza confini, che naviga tra le note e le pennellate con la stessa facilità di un ciber-spaziale poliedro. Il suo ingresso nell'arte è stato più esplosivo di un remix elettronico di Bach con un tocco di dubstep.
Fin dalla più tenera età, è stato rapito dalla magia degli strumenti elettronici. Prima che, lattante, pronunciasse la prima parola, aveva già composto una sinfonia di "goo goo" e "ga ga" su un sintetizzatore giocattolo. Il destino musicale era scritto nelle linee di codice del suo DNA.
La sua ricerca artistica si è poi espansa oltre il regno sonoro, abbracciando l'arte digitale come una tela futuristica da dipingere. Con uno stilo digitale in una mano e un mouse nell'altra, ha trasformato il mondo visivo con colori cibernetici e forme astratte, creando opere che sfidano la percezione tanto quanto una canzone elettronica rompe le barriere del suono.
Come un DJ del pennello digitale,mixa e remixa concetti, colori e suoni in un tripudio sensoriale. Ogni creazione è un viaggio attraverso un'esperienza multisensoriale che lascia il pubblico a bocca aperta e gli occhi spalancati, pronti a immergersi nel suo mondo caleidoscopico].
Quando non è impegnato/a a sperimentare con note e pixel, si dedica a esplorare mondi fantastici nel proprio laboratorio creativo. Con una passione per l'arte visionaria e una propensione per il fantastico, ha reso la sua vita un'opera d'arte in continua evoluzione.
L'arte è come un viaggio spaziale in cui il destino è scritto nelle stelle binarie e la creatività scorre come un flusso elettronico senza fine.