Le Artiste
Inna Belaets
Mi chiamo Inna Belaets, sono russa e sono arrivata da Mosca quasi dieci anni fa.
Ho 63 anni e oggi sono pensionata. Da giovane mi sono diplomata alla scuola d'arte di Mosca. Volevo andare all'universita e diventare un'artista, ma i cambiamenti politici nel paese e gli eventi famigliari mi hanno costretto a cambiare i miei piani.
E solo quando sono arrivata in Italia,ho trovato il tempo e la voglia di tornare alla mia passione giovanile, in gran parte grazie alla scuola CPIA di Varese e alla nostra insegnante Maria Francesca, e ovviamente grazie alla bellezza dell'Italia, alla sua natura, architettura e arte.
Monica Brenga
Monica Brenga, laureata in Architettura, lavora da oltre vent’anni nell’ambito delle aree protette. Nel tempo, le sue competenze hanno abbracciato sempre piu’ l’ambito artistico difficilmente scindibile dalla formazione culturale e personale che ha coltivato con passione in questi anni di vita fino a che la vita stessa le ha dato il permesso di dare forma ai suoi mondi attraverso le immagini e le parole.
Dal 2017 fa parte della Commissione Cinematografia e Cineteca del CAI Centrale per il quale è giurata in diversi festival e premi cinematografici.
Andie Darena
Darena Andie nasce nella provincia di Varese, il 30 agosto del 1993 ; dopo aver conseguito nel 2019 la laurea in illustrazione presso l'Istituto Europeo di design di Milano inizia a lavorare come libero professionista collaborando con diverse case editrici come Mondadori, Abe editori e Ibuc edizioni e dal 2020 lavora anche per altre aziende come Sony music, Amref Italia e Flying tiger.
Oggi si occupa anche di pittura, di fumetto,di scrittura e di insegnamento
Serena Piccolo
Serena Piccolo nasce nel 1979 a Varese, studia pittura e incisione calcografica all’Accademia di Brera a Milano intrecciando da subito l’esperienza artistico pittorica ed espositiva con l’educazione all’arte all’interno del sistema scolastico.
Il linguaggio pittorico è tradizionale e ci porta in narrazioni visivamente riconoscibili, realistiche in modo immediato, quasi “alla prima”. I contorni sono decisi, le pennellate forti e a volte grezze, segnate ad olio sulle tele.
Le suggestioni e i temi sono d’ispirazione comics e della cultura pop, soprattutto degli anni’80. I riferimenti alla cultura del giocattolo e della tv anni’80 sono spesso inseriti nelle più complesse narrazioni del femminino. Il soggetto è sempre al centro, quasi sempre femminile o fluido, come fermato in una polaroid e costellato di simboli, icone, stickers e grafie. I temi esulano dall’energia pop e si rivelano profondi e graffianti, tristi, immobili, orientati ad essere vestali di un messaggio politico e sociale che possa interrogare sulla fastlife, il consumismo dei corpi e delle esperienze, l’equità di genere, l’inclusione e soprattutto il senso del femminile. Un femminile narrato come drammatico, nel tempo della richiesta di un’umana ad alta performance, totale e totalizzante, dove non c’è lo spazio per riconoscere il dolore, né spazio per curarlo; un femminile sempre non letto, svisto ed edulcorato anche attraverso la vessazione linguistica quotidiana apparentemente non violenta. Il vissuto dei personaggi nelle opere viene dipinto con suggestioni anche di iconografia cattolica come la mater dolorosa, a volte circondato o sovrastato da zucchero, caramelle e dolciumi, icone di uno “sugar drama”, istanee di quotidianità e fragilità che devono rimanere di “zucchero” e non essere mai riconosciute.
L’ultimo progetto di Sugar Drama è dedicato all’opera di Michela Murgia
Da vent’anni espone e partecipa a eventi d’arte. Ha collaborato con alcune gallerie tra le quali Gameartgallery, ha esposto alla fabbrica del Vapore a Milano con catalogo di C.Seri, Lucca Comics ed eventi collaterali Biennale di Venezia56, isola di San Servolo 2015, ha scelto di diventare freelance e portare avanti il messaggio sul femminile in modo indipendente.